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Red & Blue, hacker etici per la sicurezza informatica

Nel football americano ci sono due diversi team all’interno della stessa squadra, il team di difesa e quello di attacco. Qualcosa di simile avviene nel campo della sicurezza informatica: secondo una consuetudine ripresa dal settore militare, viene chiamata Red Team la squadra che simula attacchi hacker e Blue Team quella che deve rilevare i tentativi di intrusione e rispondere all’offensiva. Prendendo spunto da questa abitudine, quattro professionisti con esperienza in grandi imprese industriali e in piccole e medie aziende di successo hanno chiamato Red & Blue la start up innovativa che hanno fatto nascere a a Napoli nel 2020.

Tra i fondatori c’è il CEO, Walter Miele che viene da più di 5 anni di esperienza nel settore dello sviluppo del software e dell’Intelligenza Artificiale e da 20 anni svolge attività nell’ambito dell’Ethical Hacking e dell’ICT Security. L’azienda di Napoli mette a disposizione le competenze decennali del team in ambiti trasversali, partendo dalla CyberSecurity Avanzata e dall’Intelligenza Artificiale, per arrivare ai processi complessi di supply chain e al general management.

A marzo del 2021 la Red & Blue ha ottenuto un finanziamento di 100 mila euro garantito al 90% dal Fondo di garanzia per le Pmi, gestito da Mediocredito Centrale per conto del Ministero dello sviluppo economico.

Il finanziamento garantito – ci racconta Walter Miele – è stato fondamentale per la realizzazione della piattaforma BrainSmasher. Si tratta di una piattaforma social al cui interno sono presenti molteplici opzioni di tipo formativo, di matching col mondo del lavoro, consulenziale, produttivo e di ricerca legato, al mondo delle A.I. ed al loro utilizzo, con particolare attenzione alla CyberSecurity proprio sui prodotti di A.I. ed alla loro difesa nonché per un utilizzo sicuro, in tutte le sue componenti, dalle reti neurali al machine learning fino alle applicazioni reali anche già presenti in commercio”.

Per fare alcuni esempi concreti, gli iscritti alla piattaforma possono allenarsi nell’attività di penetration tester cercando di “bucare” sistemi di intelligenza artificiale che mimano infrastrutture realmente esistenti senza incorrere nelle sanzioni previste per chi fa queste attività nel mondo reale; oppure un’azienda può mettere una “taglia”, cioè mettere a disposizione un prodotto prima della commercializzazione per testare la sua sicurezza: chi riesce a violarlo e comunica al committente le vulnerabilità riscontrate può riscuotere il premio.

Una piattaforma, insomma, per aiutare i cappelli bianchi (gli hacker etici) a sfidare i cappelli neri (gli hacker criminali), secondo un’altra classificazione divenuta usuale nel settore dell’ICT security.  Come nei vecchi film western, i buoni con il cappello bianco continuano a combattere i cattivi con il cappello nero.  Anche se non si si tratta di scontri cruenti, i cattivi fanno ancora paura: come apprendiamo dal sito Internet della start up innovativa di Napoli, nel nostro Paese gli attacchi informatici sono cresciuti del 246% tra il 2019 e il 2020, causando danni per 7 miliardi di euro, mentre nel 2021 sono stati più di 500 gli attacchi hacker che si sono verificati mediamente ogni mese. Per fortuna alla fine arrivano i nostri.

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