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graphicom - fondo di garanzia

Graphicom, l’occhio assoluto e il talento dello stampatore

In musica l’orecchio assoluto è la capacità di identificare l’altezza di un suono, di una nota. È un’abilità innata, mantenuta con l’esercizio. Trasponendo questa definizione alla vista, Antonio Faccin, titolare con Luciano Valerio di Graphicom S.p.A ci racconta che in tipografia gli addetti alle verifiche del foglio stampato possono a buon diritto vantarsi della dote naturale dell’occhio assoluto.

L’azienda, nata a Vicenza nel 1986, tra il 1996 e il 1998 acquisisce Legatoria Camisana e la veronese ArteGrafica costituendo, con un centinaio di dipendenti, un importante polo nel compartimento dell’industria libraria. Opera in Italia, ma il suo mercato è esclusivamente estero, dove non si limita a produrre edizioni paperback e best seller: importanti case editrici, musei, biennali d’arte, fotografi, si sono rivolti all’azienda veneta per affidarle la stampa di volumi editi in tiratura limitata e proposti in cofanetti realizzati con materiali pregiati.

Faccin, descrivendo il lavoro nella sua azienda, ci parla di un gruppo affiato, perché professionalmente animato dal bello e stimolato dal compito di riprodurre ogni volta oggetti unici. Un’orchestra il cui direttore esalta la sensibilità del singolo strumentista: lo stampatore, il vero artista, quello definito ironicamente “il manico”. Stiamo parlando di una figura chiave, il macchinista, operatore alla nuovissima Heidelberg Speedmaster XL 106, acquistata grazie a un finanziamento di 2 milioni di euro erogati da Intesa Sanpaolo con la copertura del Fondo di garanzia, gestito da Mediocredito Centrale per conto del Ministero dello Sviluppo Economico.

La macchina da stampa è il fiore all’occhiello della divisione Graphicom di Verona, dove la carta entra bianca ed esce stampata, o meglio, dipinta. Il macchinista si avvale di visione artificiale, interpolazione, correzione automatica, inchiostri a base vegetale, ad alta pigmentazione, LED UV, ma tecnologie e materie prime assumono la giusta collocazione solo se affiancate da esperienza, attenzione e sensibilità. Antonio racconta: “Il primo problema della stampa è la ripetibilità: la ripetizione perfetta può essere banalmente alterata da uno sbalzo termico o una variazione dell’umidità. Il nostro impegno maggiore è quello di rendere possibile la ripetizione di uno stampato con tolleranze invisibili all’occhio umano.”

Completata la stampa, il processo produttivo si chiude con la rilegatura. Valerio, direttore di Legatoria Camisana, divisione vicentina di Graphicom, racconta: “Qui si fanno origami, si piegano fogli, si cuciono, si incollano cartoncini, copertine e risguardi, attraverso un processo industriale contraddistinto da moderne metodologie, continui controlli qualitativi e diligente artigianalità, dedicata a un materiale vivo, che, come tale, si comporta.”

Il cliente, sempre coinvolto nella realizzazione del libro dalla fase commerciale fino alla scelta dei materiali e delle lavorazioni, trova nella sede di Verona un ambiente accogliente e culturalmente stimolante: nella biblioteca-showroom dell’azienda si può trascorrere il tempo tra un test e l’altro, leggere testi intriganti, comunicare con la casa madre, sorseggiare un buon caffè.

L’attenzione per la cultura è nel DNA dell’azienda, ma quella per l’ambiente non è da meno. La scelta di Heidelberg come partner abbraccia questa filosofia: l’impianto tedesco è carbon free, con certificazione dell’azzeramento delle emissioni di CO2 in fase di realizzazione della macchina e durante il suo funzionamento. Graphicom stessa ha attrezzato lo stabilimento di Verona con pannelli fotovoltaici e si è attivata verso l’efficientamento energetico e la compensazione delle emissioni in atmosfera.

Le adeguate scelte tecnologiche sono fondamentali per il rispetto dell’ambiente come lo sono per la qualità della produzione. Ma, al di là dei macchinari, c’è sempre il fattore umano. L’operatore alla Heidelberg, come ce lo descrive Faccin, rimane un po’ artigiano e un po’ artista. Tra letture densitometriche, miscele di inchiostri e percentuali di magenta, ricorre sempre allo strumento fondamentale del suo mestiere: l’occhio.

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MEDIOCREDITO CENTRALE
per la sostenibilità ambientale

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