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Foodea Lab, dal menu on line all’ordine cooperativo con una app

C’era una volta il menù cartaceo. Poi vennero il Coronavirus e le norme sanitarie che vietavano di utilizzare carte dei prezzi maneggiate da più clienti. Il menù si era trasferito on line. Oggi il divieto non c’è più, ma in alcuni casi le liste di cibi e bevande non hanno riacquistato la loro consistenza materiale. Perché, nel frattempo, si è capito che il menù digitale può essere l’anello di processo che, partendo dalla scelta del cliente e finendo con il pagamento del conto, può ottimizzare la gestione di sala.

È questa l’idea che sta sotto Chuzeat (da “choose”, scegliere, e “eat”, mangiare), una app sviluppata da Foodea Lab, start up innovativa nata nel 2018 a Benevento. “L’idea – ci racconta Valentina Berti, Ceo dell’azienda – è venuta a uno dei soci fondatori un giorno che era in taxi in ritardo per un pranzo di lavoro e il collega, già al tavolo del ristorante, gli inviava le foto del menu. Da quel momento ha coinvolto, altre 16 persone, tra amici e conoscenti, per lo più provenienti dal mondo informatico. È iniziata così una fase di intenso sviluppo che ha portato nel giugno 2020, in piena pandemia, a lanciare non solo una semplice app, ma una vera e propria piattaforma per la gestione degli ordini nei ristoranti”.

Le misure sanitarie per contrastare il COVID hanno rappresentato al tempo stesso un’opportunità e un ostacolo. “Tutti gli esercizi – prosegue Berti – richiedevano una piattaforma per gestire il menu online, ma considerata l’urgenza c’era una certa difficoltà a capire tutte le potenzialità della nostra proposta. In ogni caso la pandemia ha cambiato i nostri piani. Pensavamo di partire nelle grandi città, puntando ad attività ristorative ad alta affluenza e con notevole turnover di tavoli come pizzerie, pub e birrerie, ma abbiamo registrato una richiesta più diffusa geograficamente e maggiormente diversificata per quanto riguarda il tipo di locali”.

Il cliente del ristorante che scarica gratuitamente Chuzeat può creare un proprio profilo alimentare, indicando gli ingredienti che non può mangiare per allergie e intolleranze, o semplicemente perché non gli piacciono. Oppure individuare i piatti che sono di suo gradimento. Il tutto, ovviamente, è facoltativo e viene effettuato nel rispetto della privacy. Inquadrando il QR Code presente sul tavolo con il proprio smartphone il cliente del ristorante può visionare il menù completo o quello filtrato dalle preferenze inserite nell’app che, tramite algoritmi di autoapprendimento, è in grado di imparare le preferenze del singolo consigliando i piatti di suo maggior gradimento. I commensali possono effettuare i propri ordini separatamente creando un’unica “comanda” su cui può intervenire anche il cameriere. Tramite l’app, infine, ognuno può effettuare il suo pagamento dopo aver scelto se dividere il conto “alla romana” o in base a quello che ciascuno ha consumato.

Per il ristoratore l’utilizzo di Chuzeat semplifica il lavoro connettendo tra loro diversi singoli processi: gestione menu, ordine, comande, conti, pagamento, scontrino. I vantaggi sono di tipo organizzativo, ma soprattutto economico perché permette di ridurre gli sprechi di cibo, gli ordini e i conti errati. La riduzione dei tempi di scelta del cibo e dei tempi necessari ad ordinare permette inoltre di aumentare il turnover ai tavoli. La piattaforma consente anche di creare menù dinamici che cambiano con la periodicità scelta, suggerendo in automatico per ogni piatto ingredienti e allergeni (il ristoratore può modificare queste informazioni o non tenerne conto).

Il Fondo di Garanzia gestito da Mediocredito Centrale per conto del Ministero dello Sviluppo Economico a settembre 2020 ha supportato Foodea Lab favorendo l’accesso a un finanziamento di 250mila euro con una garanzia al 90%. “La crisi indotta dalla pandemia ha colpito profondamente il comparto ristorativo – ci spiega Berti – ma fornendo la liquidità necessaria per affrontare questo difficile periodo il sostegno del Fondo di Garanzia ci ha consentito di proseguire le nostre attività di ricerca e sviluppo per il perfezionamento della piattaforma Chuzeat e per il conseguimento del brevetto italiano per la tecnologia QuID, ottenuto ad agosto 2021”. In pratica, il codice generato inquadrando il consueto grafico quadrato, ha una durata temporanea per evitare che venga utilizzato a distanza di tempo per falsi ordini.

“Ci siamo resi conto che il paradigma ‘a carrello’ tipico del delivery e dello shopping online non poteva funzionare all’interno del ristorante – conclude Valentina Berti – è per questo che abbiamo disegnato un modello completamente nuovo chiamato ordine cooperativo che permette di far collaborare in tempo reale i diversi commensali alla creazione dell’ordine. Per il futuro prevediamo la possibilità di integrare Chuzeat con i gestionali già utilizzati dai ristoratori e, soprattutto, vorremmo espanderci all’estero. Fuori dall’Italia il nostro compito può essere più facile perché la tradizione culinaria è meno forte e per questo meno consolidati sono i modelli di gestione dei locali”.

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