Costruire in sei mesi un nuovo reparto vaccini con capacità di 80 milioni di flaconi multidose e 160 milioni di siringhe pre-riempite. È questo l’ambizioso progetto di Biomedica Foscama, partito in piena pandemia con il supporto di Mediocredito Centrale che ha anticipato una parte dei contributi pubblici previsti da un contratto di sviluppo. La nuova linea non riguarda la produzione dei vaccini, ma i suoi processi a valle, vale a dire tutti i passaggi che vanno dal riempimento dei flaconi (l’infialamento) al confezionamento (packaging). Questa attività, denominata “Fill&Finish”, rappresenta spesso un collo di bottiglia tra la fase di produzione e quella di distribuzione dei vaccini. La linea produttiva realizzata da Biomedica Foscama è completamente robotizzata: movimentazione e dosaggio dei materiali non prevedono alcun intervento umano dal momento che i vaccini richiedono un processo produttivo ad “alto contenimento” per evitare ogni tipo di contaminazione.
E dire che nel 2019 l’azienda di Ferentino (in provincia di Frosinone) ha rischiato la chiusura. Una lunga storia, iniziata nel 1947 con la fusione tra Biomedica International e Foscama, avrebbe potuto bruscamente interrompersi. Ma così non è stato perché il suo stabilimento, andato all’asta, è stato acquistato da un’altra impresa farmaceutica, la Special Product’s Line (parte del gruppo Florio).
“La scelta di acquisire Biomedica Foscama – ci racconta Massimiliano Florio, presidente sia dell’azienda di Ferentino sia della sua controllante – non è stata semplice. L’impianto produttivo era in cattive condizioni e l’Agenzia italiana del farmaco aveva sospeso le autorizzazioni nel 2018. Poi è venuta la pandemia che ha complicato ulteriormente le cose. Ma dopo un processo di completo revamping dello stabilimento la produzione è ripartita già da fine 2020, con il primo lotto di farmaci spedito nelle Filippine”.
In effetti Biomedica Foscama è un’azienda dal respiro internazionale che oggi fornisce oltre 15 mercati esteri, inclusa la Cina e altri paesi dell’estremo oriente. Prodotti come il TAD, medicinale a base di glutatione per la cura della neuropatia conseguente a chemioterapia, o l’Esafosfina, specialità per infusione a base di un monosaccaride per la cura della carenza di fosfato nel sangue, sono destinati in misura significativa alla vendita sui mercati esteri.
“Biomedica – prosegue il Presidente Florio – è un’azienda proiettata verso il futuro, sempre avanti rispetto ai cambiamenti e all’avanguardia nel campo farmaceutico. È un’impresa ambisce ad essere annoverata tra le imprese che guidano il paese che riparte. È questo atteggiamento che ci ha consentito mantenere in forza 40 lavoratori della precedente gestione e poi di incrementare i dipendenti fino a 90 unità nel 2022, con la prospettiva di un ulteriore aumento fino a 150 entro il 2024. È lo stesso atteggiamento che, dopo la riattivazione dell’impianto produttivo, ci ha portato a intraprendere un percorso sfidante, soprattutto per un’azienda con imprenditore privato: dar vita ad un polo per i vaccini in Italia e per l’Italia per dare al nostro paese una autonomia”.
Rispondendo anche a sollecitazioni governative, è partito quindi nel 2021 il progetto “SI-VAX 4.0”, già menzionato all’inizio. L’investimento complessivo ammonta a 22,6 milioni di euro di cui 17,4 milioni messi a disposizione dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e 500.000 dalla Regione Lazio attraverso un contratto di sviluppo gestito da Invitalia. Il progetto, finalizzato all’ampliamento della capacità produttiva dell’azienda, è stato ammesso alle agevolazioni nel 2022 ed è stato concluso a dicembre dello stesso anno. Mediocredito Centrale ha partecipato in modo significativo a questa impresa anticipando una parte dei contributi pubblici con l’erogazione di 9 milioni di euro attraverso una linea revolving a 24 mesi.
