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Betontest, nuove metodologie di indagine per la sicurezza delle opere edili

Prevenire è meglio che curare. Questo principio non vale solo per la salute delle persone, ma si può estendere anche a quella delle opere pubbliche e più in generale dei manufatti edilizi. Se, per esempio, consideriamo l’età media di infrastrutture come i ponti, oltre 50 anni, o la forte sismicità di molte aree del nostro Paese ci rendiamo conto quanto sono importanti strumenti di monitoraggio dello stato di salute delle opere edili e infrastrutturali per intervenire tempestivamente con l’adeguata manutenzione. Strumenti come quelli sviluppati dal programma di ricerca di Betontest SRL.

Betontest avvia le sue attività nel 1984 a Ispica (Ragusa) come unico soggetto autorizzato dal Ministero dei Lavori Pubblici per le prove su materiali da costruzione nella Sicilia sud-orientale, fornendo importanti servizi alle imprese e alle amministrazioni pubbliche. Nel corso degli anni l’attività conosce una graduale espansione, con la realizzazione di un ulteriore laboratorio autorizzato per prove e indagini geotecniche dove vengono analizzate terre e materiali sciolti, rocce e aggregati naturali, conglomerati bituminosi e bitume per uso stradale.

Nel 2013, nel trentennale di attività, effettua la scelta strategica di innovare i servizi alle imprese e alle amministrazioni pubbliche. Sorge così il Centro Servizi e Formazione a Pozzallo (Ragusa), dove si svolgono corsi di formazione professionale, post-diploma e master post-laurea, tele-didattica, tele-formazione, consulenza a supporto della ricerca e dell’innovazione nel settore delle costruzioni. L’azienda che ha attualmente 8 addetti, con un’ampia rete di consulenti e professionisti, è anche editrice di pubblicazioni a carattere tecnico e manualistico.

Nell’ambito della diagnostica su edifici, monumenti e opere pubbliche, tra il 2018 e il 2021 Betontest ha realizzato il progetto ISMERS, acronimo che sta per Idoneità statica manufatti edili nei centri storici ad alto rischio sismico, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell’Università del Salento e la XRD -Tools, impresa nata come spin-off dell’Università di Pisa. L’investimento è stato supportato da Mediocredito Centrale che ha istruito la domanda presentata a valere sul programma Horizon 2020 – Pon 2014/2020 del Ministro dello Sviluppo Economico. Il progetto, che ha beneficiato di un’agevolazione complessiva di circa 600mila euro tra finanziamento agevolato e contributo alla spesa, ha effettuato un monitoraggio dello stato di salute di scuole, uffici, immobili storici e di pregio, in otto comuni delle province di Ragusa e Siracusa individuati di concerto con le amministrazioni locali, al fine di rilevare eventuali criticità e individuare gli interventi di messa in sicurezza, tenuto conto del progressivo invecchiamento delle strutture e dell’elevato rischio sismico della zona.

Nel corso del progetto è stata sviluppata una nuova metodologia d’indagine che fornisce una mole di dati a livello macro, micro e nanoscopico sui materiali da costruzione. Per interpretarli e renderli confrontabili è stato elaborato un sistema di correlazione, basato su principi di intelligenza artificiale a Rete Neurale.  “Correlando le osservazioni ottenute su scala micro-nanometrica con quelle compiute su scale più grandi – ci spiega l’Amministratore Unico di Betontest, prof. Corrado Monaca – si possono evidenziare le criticità di un edificio o di un manufatto edile con l’obiettivo di eseguire interventi mirati di manutenzione o di messa in sicurezza”. In particolare, si può determinare, per ciò che concerne il calcestruzzo, la presenza di carbonato di calcio corticale (e dunque abbassamento del pH e potenziali condizioni di innesco o propagazione della corrosione nelle armature), dei silicati e degli alluminati calcici (indicatori della resistenza). Analogamente, nel caso dei materiali lapidei, è in grado di rilevare la presenza di carbonato di calcio e di quarzo. Per quanto riguarda l’acciaio è invece possibile rilevare sia le tensioni di lavoro sia la presenza di ossidi, quali prodotti della corrosione, anche in fase iniziale.

“La nuova tecnologia – prosegue Corrado Monaca – consente di analizzare lo stato di salute – una cartella clinica – delle opere in calcestruzzo e in acciaio direttamente in loco, dunque tenendo conto anche delle tensioni di esercizio e di una serie di parametri che un campione analizzato in laboratorio, non può più restituire. Le sue applicazioni spaziano, pertanto, dai settori dell’edilizia e del rischio sismico al rilevamento di criticità nei viadotti stradali e autostradali e nei manufatti in cemento armato”.

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